951.
Si abbandona questa zona e in compenso si va in una di là, dove ogni anelito può essere soddisfatto.
Astrazione.
Il freddo romanticismo di questo stile senza pathos è inaudito.

Quanto più è spaventoso questo mondo, come oggi, tanto più astratta è l'arte, mentre un mondo felice produce un'arte dell’al di qua.

Oggi è il passaggio dall’ieri. Nel grande serbatoio delle forme giacciono macerie a cui in parte teniamo ancora. Esse offrono la materia all’astrazione.
Un campo di falsi valori per farne cristalli impuri.
Così stanno oggi le cose.

Ma poi: una volta la drusa ha sanguinato. Credevo di morire, tutt’intorno guerra e morte. Ma posso morire, io, un cristallo?

Paul Klee, Diari 1898-1918, Il Saggiatore Milano 2010, p. 317.

Paul Klee, Diari 1898-1918, Il Saggiatore Milano 2010, p. 317.

952.
Già da molto tempo ho in me questa guerra. Perciò essa non tocca il mio intimo.

Per aprirmi un varco fra le mie macerie, era necessario volare. E volato ho infatti. In quel mondo in rovina vivo ancora soltanto nel ricordo, siccome capita di pensare al passato.

Perciò sono «astratto nei ricordi».